mercoledì 22 giugno 2011

La "DROGA MAGGIORE" madre di tutte le dipendenze.................



Affrontare questo argomento è piuttosto difficile e la difficoltà evidente "affascina" suscitando una spinta forte verso un risultato positivo.
L'immagine qui sotto mostra alcuni elementi che andremo ad analizzare in seguito, i quali sono utili a definire la "DROGA MAGGIORE" e chi sono gli "spacciatori".



Il NASDAQ, è l'acronimo di National Association of Securities Dealers Automated Quotation (ovvero: "Quotazione automatizzata dell'Associazione nazionale degli operatori in titoli") è il primo esempio al mondo di mercato borsistico elettronico, cioè di un mercato costituito da una rete di computer.

Il FINANCIAL TIMES è il quotidiano più influente al mondo nella diffusione della "DROGA MAGGIORE" e contiene all'interno della proprietà una rilevante influenza del CARLYLE Group, noto e potentissimo "cartello monetario" del quale Marco De Benedetti, figlio di Carlo è il "managing director" europeo.

Nella terza immagine è rappresentato un componente del "team" Carlyle che indica le evoluzioni degli immensi fondi del gruppo che arricchiscono e depredano, in successive fasi, le economie dei paesi "deboli".

L' EURO, infine, è il maggior veicolo di diffusione della "DROGA MAGGIORE" che, come è ben noto, non vede l'Inghilterra - sede del Financial Times - tra i suoi aderenti (l'Inghilterra, infatti, ha mantenuto la moneta nazionale - la Sterlina) ma la vede comparire molto attivamente nelle commissioni europee, che con le loro decisioni organizzano e dirigono il lavoro degli stati nazionali - tra i quali l'Italia -
Dopo questa introduzione si può  dare un nome alla "DROGA MAGGIORE", madre di tutte le successive dipendenze, ultima delle quali la droga chimica........

Il PIL è la "DROGA MAGGIORE" ed è necessario tracciarne i contorni e le specificità note, così come quelle "nascoste" ai più.

Per Prodotto Interno Lordo s’intende in economia il valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti all'interno di un Paese - anche da imprese a capitale straniero - in un certo intervallo di tempo (solitamente l'anno) e destinati ad usi finali (consumi finali, investimenti, esportazioni nette).
Per esemplificare è utile il riferimento alla "malattia" dicendo chiaramente che più si ammalano gli italiani - e quindi non producono "lavoro" - più aumenta il PIL in conseguenza delle cure mediche prestate !! Ciò significa che se tutte le persone che compongono la forza lavoro si ammalassero e necessitassero di cure,il paese andrebbe in rovina ma il PIL farebbe un rilevante salto in avanti !!!
Non viene  conteggiata nel calcolo del PIL la produzione destinata ai consumi intermedi, che rappresentano il valore dei beni e dei servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni e nuovi servizi.
Per esemplificare significa che se per ottenere un bene occorrono più passaggi di lavoro - quindi maggiore occupazione - questo non aumenta il PIL, anche se, in realtà, produce maggiore ricchezza reale. Tutte le attività di "filiera corta" che interessano una gran massa di unità lavorative sono perciò fortemente ostacolate.

Il signor PIL può essere considerato anche come il valore totale della spesa fatta dalle famiglie per i consumi e dalle imprese per gli investimenti (l'identità vale in quanto la quota del prodotto destinata alla vendita ma non effettivamente venduta si traduce in un aumento delle scorte, che sono una componente degli investimenti) oppure come la somma dei redditi dei lavoratori e dei profitti delle imprese.
Tale Prodotto è detto Interno in quanto comprende il valore dei beni e dei servizi prodotti all'interno di un paese, indipendentemente dalla nazionalità di chi li produce.
Questo significa che se sul territorio italiano esistono società a capitale estero (come in effetti è ormai molto diffuso!) il valore della loro produzione fa aumentare il PIL ma, in realtà produce impoverimento, perchè tali società, di norma, non pagano tributi allo Stato italiano se non in maniera irrilevante.

È detto poi Lordo perché è al lordo degli ammortamenti, intendendosi per ammortamento il procedimento con il quale si distribuiscono su più anni i costi dei beni a utilità pluriennale. 

Sappiamo, quindi, che se il signor PIL ingrassa il nostro governo è assai contento e ci racconta che tutto va bene, ma se il signor PIL, dopo essersi divorato mezzo mondo, inizia a perdere anche un grammo di tutto quel lardo ammassato in anni e anni di saccheggi, ecco che i governanti lanciano l’allarme: siamo in recessione, dobbiamo fare qualcosa per invertire la tendenza.


L’aspetto ridicolo della questione sta nel fatto che questo misterioso santone non solo concentra l’attenzione delle masse su di un concetto di sviluppo insostenibile, ma anche come indicatore macroeconomico è sostanzialmente fallace. 
Il Prodotto Interno Lordo si calcola, infatti, sui prezzi di mercato (PILM), arrivando così all’assurdo di considerare un avanzamento del benessere della società persino un aumento delle tasse (!). 
Se, infatti, il governo decide di aumentare le tasse sul lavoro o sull’impresa il risultato sarà l’inevitabile aumento dei prezzi per via della traslazione dell’effetto della tassa sul consumatore finale. 
Si registrerà, così, un aumento del PIL per la felicità dei governanti che – s’immagina – non soffriranno particolarmente dell’aumento dei prezzi. Dopotutto è il mercato, dolcezza. Se si volesse conoscere veramente il livello di produttività di un paese si dovrebbe seguire sicuramente un altro criterio. In primo luogo, non si dovrebbero calcolare gli ammortamenti come utile, perché l’attività economica per essere descritta correttamente deve essere descritta per quella che è e non per quella che sarà o per quella che dovrebbe essere. 
Non più, dunque, un Prodotto Interno Lordo ma un Prodotto Interno Netto. 
In secondo luogo, non dovrebbero essere utilizzati come riferimento economico i prezzi del mercato ma i costi dei fattori (PINF), il prezzo cioè al netto delle imposte indirette.

Ma andiamo oltre. Ciò che più importa è la direzione che ci indica il nostro falso tuttologo dell’economia. L’assillo dell’economia rimane, infatti, sempre e soltanto uno: crescere.Crescere sempre, senza immaginare un possibile limite ambientale né un’eventuale saturazione del mercato. Il nostro signor PIL oltre ad essere un ciarlatano è anche particolarmente stupido. Ad oggi non ha infatti ancora afferrato un semplice fatto che per gli scienziati è ovvio: la dimensione della terra è fissa. Né la superficie né la massa del pianeta possono crescere o restringersi. La stessa cosa vale per la quantità dell’energia terrestre: la quantità assorbita dalla Terra, seppur impressionante, è equivalente a quella che la terra irradia. La dimensione dell’intero sistema – la quantità delle acque, delle terre, dell’aria, dei minerali e di tutte le altre risorse presenti nel pianeta su cui viviamo - è fissa. Abbiamo così un’economia lineare che prevede l’estrazione, la lavorazione, la distribuzione, il consumo e il rifiuto dei beni mentre il nostro ecosistema è circolare, in costante trasformazione e perenne trasformazione.

Il cambiamento più importante avvenuto in tempi recenti sulla Terra è stato l’enorme crescita dell’economia che ha richiesto una parte sempre più grande delle risorse planetarie. La popolazione mondiale ha impiegato millenni per arrivare agli inizi del novecento a contare due miliardi di anime, salvo poi impiegare solo un secolo, quello appena trascorso, per triplicarsi. Il numero degli animali, delle automobili, delle case e dei frigoriferi è, come se non bastasse, aumentato in modo ancor più esponenziale. L’attuale monolitica idea alla base della nostra economia sta ora raggiungendo il punto di rottura, il momento cioè in cui la corsa allo sviluppo supererà la sostenibilità terrestre. Basta pensare che se tutto il mondo consumasse come gli Stati Uniti sarebbero necessari cinque pianeti come il nostro, per comprendere l’insostenibilità di questo modo di produrre e di consumare. Di pianeta, infatti, ne abbiamo solo uno. Seguendo le dritte del nostro buffone, infatti, le principali filosofie di pensiero degli economisti sono tutte concentrare al sistema della circolazione del settore, a come distribuire in modo efficiente l’energia e le risorse, mentre tendono ad ignorare il suo sistema di smaltimento.

È questo il motivo per cui questo menzognero ciarlatano non fa altro che ripeterci continuamente che non ci sono limiti alla possibilità della sua crescita. È questo, dunque, un sistema in crisi. Un sistema che non funziona perché non può funzionare. Per nostra fortuna esistono persone che riescono ancora a ragionare con la propria testa e a riconoscere le bugie. Esistono persone che lavorano nell’ estrazione per salvare le foreste e la salute dei nostri mari e dei nostri laghi; persone che lavorano nella lavorazione per produrre in modo pulito, persone che si occupano dei lavoratori, del commercio equo e solidale, del consumo consapevole; persone che si attivano per bloccare discariche ed inceneritori e, cosa molto importante, per riportare il nostro governo sulla retta via, in modo che sia veramente formato dal popolo per il popolo.


Tocca solo credere a quanto ci dicono e sostenere i loro sforzi, ognuno secondo le proprie possibilità.
Tutto questo è la "DROGA MAGGIORE" che è stata fatta assumere a dosi imponenti alla popolazione occidentalizzata che, divenuta ansiosa, si procura tutte le altre "DROGHE MINORI" credendo così di vincere la "paura" diffusa dal PIL e dalla sua inutile esistenza !

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